Come nasce l’esigenza di rendere “green” la tecnologia: l’intraprendenza e l’arroganza dell’uomo non hanno limiti e per questo ci distinguiamo dalle altre specie animali.
Il primo oggetto riconosciuto come tecnologico è da imputare al nostro antenato Homo Habilis: parliamo di un ciottolo di fiume scheggiato, ritrovato in Etiopia e risalente a circa 2,5 milioni di anni fa.
Nella storia, questo tipo di innovazioni ha permesso all’uomo di predominare sulla sua specie e sulle altre, modificando l’ambiente circostante a suo discapito.
In termini di inquinamento, vediamo come dopo la seconda rivoluzione industriale si presentano i primi impatti su scala globale.
Negli ultimi anni assistiamo a drastici cambiamenti ambientali: innalzamento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, desertificazioni e siccità, (abbiamo avuto anche in Italia un assaggio nell’estate 2022) inondazioni, frane, inquinamento della terra e delle falde acquifere…).
Oggi facciamo molto affidamento sulle tecnologie digitali, al punto che non possiamo più farne a meno: tutti gli aspetti della vita quotidiana sono stati digitalizzati e resi smart, nel lavoro come nella vita privata.
Ma la tecnologia ha davvero reso la nostra vita migliore?
Senza pensarci troppo, potremmo dire di sì… in effetti la qualità della vita, per certi versi è migliorata…
Peccato che le conseguenze di una vita più “comoda” ci ha hanno portato ad un punto di non ritorno: un processo inarrestabile e devastante che sta avvelenando il nostro pianeta.
Ogni video che guardiamo, ogni mail inviata, ogni post pubblicato su un social si mette in moto un processo che coinvolge diverse infrastrutture che per funzionare consumano energia, producendo calore emissioni.
Immaginiamo ora, quante persone nel mondo ogni giorno ed ogni minuto compiono queste azioni.
Oltre alle emissioni di CO2, vanno presi in considerazione produzione e smaltimento accostate ad una malsana dose di consumismo, che spinge l’utente ad acquistare in modo perpetuo ogni nuovo dispositivo sul mercato.
La tecnologia, ha un impatto ambientale durante tutto il suo ciclo di vita, ed oltre!
- Estrazione: Per la produzione di alcuni componenti di uno smartphone, ma non solo, vengono utilizzati particolari minerali appartenenti al gruppo delle “terre rare”. La loro estrazione e lavorazione sono altamente inquinanti.
- Produzione: Gli apparecchi elettronici vengono poi assemblati, imballati e spediti: pensiamo alle emissioni di CO2 per il trasporto, quelle per l’energia elettrica necessaria alla fabbrica per la produzione e gli imballaggi in plastica per proteggere gli apparecchi durante i trasporti.
- Utilizzo: come abbiamo visto prima, un utilizzo insignificante ai nostri occhi, ha un impatto enorme che mai avremmo immaginato: partendo dall’alimentazione dei dispositivi che richiede energia elettrica, fino a qualunque azione andiamo a compiere, da una mail, ad un video, una ricerca o una canzone: basti pensare che in un anno un solo impiegato, solo per mandare email produce circa 13 Tonnellate di CO2.
- Smaltimento: Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, solo il 17.4% viene smaltito e riciclato correttamente. Purtroppo la produzione e lo smaltimento non viaggiano allo stesso modo, infatti assistiamo negli ultimi decenni ad una rapida impennata dello sviluppo tecnologico, cosa che non è avvenuta per i sistemi di smaltimento e di riciclaggio. I rifiuti elettronici sono aumentati del 21% negli ultimi 5 anni;
Questa produzione sfrenata di massa, legata ad una incapacità di riciclare e di far fronte alle proprie responsabilità, genera un’enorme perdita anche in termini economici: infatti secondo Global E.-West Monitor è stato registrato un peso di circa 50 tonnellate di materiali come mercurio, ferro, rame ed oro, per un costo pari a 56 milioni di euro.
Un nuovo allarme è in arrivo addirittura dallo spazio: Thomas Schildknecht professore di astronomia dell’università di Berna in svizzera e direttore dell’osservatorio di Zimmerwald, afferma che tra circa una decina di anni saranno compromesse anche le missioni spaziali a causa del crescente numero di detriti provenienti da satelliti inattivi ed equipaggiamenti spaziali. Si stimano milioni di rifiuti che fluttuano nello spazio:
secondo gli scienziati, circa 30.000 sono sufficientemente grandi da poter causare gravi problemi e persino disastri.
Che bizzarro animale è l’uomo!
Crea innovazioni all’avanguardia, cose che sino a cinquanta anni fa si credevano impossibili, ma non tiene in considerazione le possibili conseguenze disastrose derivanti da tali innovazioni.
Si parla di colonizzare Marte, la Luna quando ancora non abbiamo capito come vivere sulla terra senza distruggerla!
Viene introdotto introno al 1992 il termine “green computing” in seguito dell’avvio del progetto Energy Star a cura dell’Environmental Protection Agency, l’agenzia americana per la protezione ambientale; Questo progetto nacque per promuovere l’efficienza energetica dei monitor, ed altre tecnologie.
Oggi è sempre più impellente la necessità di cambiare rotta, adottando nuove strategie evolutive e consapevoli che ci consentano sviluppi tecnologici zero impatto ambientale; ma come possiamo raggiungere questo obbiettivo?
È fondamentale un approccio consapevole che abbracci tutta la la vita del prodotto: dalla progettazione, passando per il cliente finale fino al corretto smaltimento e riciclaggio.
GREEN DESIGN – In fase di progettazione bisogna preoccuparsi di produrre tecnologie eco-sostenibili ed ad alta efficienza energetica e a basso consumo energetico;
GREEN MANUFACTURING – La produzione deve essere sostenuta da energia pulita e rinnovabile;
GREEN USE – Ci deve essere un utilizzo responsabile volto al risparmio energetico attraverso alcune modalità o funzioni ( risparmio energetico, stand by, modalità notte, ecc..)
GREEN DISPOSAL – I dispositivi tecnologici devono essere smaltiti correttamente riciclando quanto più materiale possibile, per evitare inutili sprechi.
Come abbiamo visto, sono molte le iniziative che si possono adottare per utilizzare la tecnologia salvaguardando il pianeta e sono tutte denominate da fattori comuni: Etica, Responsabilità e Consapevolezza.
Ogni azione provoca una reazione uguale e contraria; fino ad oggi le nostre azioni hanno provocato delle conseguenze che nessuno 30 anni fa si sarebbe aspettato.
Esattamente come spiega la teoria dell’effetto farfalla, piccole variazioni delle condizioni iniziali,
portano ad enormi cambiamenti a lungo termine in un sistema.
Ora… ormai prossimi al punto di non ritorno, dobbiamo iniziare a compiere piccole azioni che preservino il nostro pianeta, nella speranza che un domani potremmo vedere grandi cambiamenti positivi.
E tu?
Hai già iniziato a prendere piccole precauzioni per risparmiare energia con i dispositivi elettronici?
Smaltisci le apparecchiature tecnologiche e gli elettrodomestici nel modo corretto?